Periodo metafisico
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Il primo periodo, che caratterizza la mia produzione pittorica, è il periodo Metafisico. Reduce dai ferventi sessantottini, e con lo spirito rivoluzionario che animava i ragazzi come me di quel tempo, iniziai nel 1972 con la realizzazione di quadri di denuncia. Città metafisiche sospese nello spazio e nel tempo, stralci di terra, palcoscenici nei quali si inscena lo spettacolo della vita con le sue contraddizioni e oggetti apparentemente posti senza alcuna logica sono tra gli elementi più ricorrenti. Quest’apparente caos rifletteva in parte la ricerca di una maturità forse non ancora raggiunta, ma soprattutto il vagare della mia mente e la ricerca continua di nuove sperimentazioni. Ma non sempre riuscivo ad esprimere le miei idee attraverso le mie rappresentazioni e quindi le eliminavo. Alcune opere le distrussi.
Feci una serie di quadri che rappresentano il “ciclo del pane”, in omaggio a Giambecchina, nella quale, influenzato dalla fotografia (che è tra le espressioni artistiche che prediligo), sperimentai la doppia esposizione. Disegnavo in uno stesso quadro due scenari, così come in una foto a doppia esposizione.
In quegli anni incontrai la donna della mia vita e le feci diversi ritratti sospesi in un’atmosfera incantata, tra libri di poesie romantiche e sentieri di felicità.
Fu nella fase conclusiva di questo periodo che feci la mia prima mostra “Esperienza di un triennio” in cui esposi le opere che feci tra il 1981 e l’84.
Periodo ritrattistico
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Continuai ancora per poco a trattare i temi metafisici del primo periodo, quando cominciai a riflettere sul tema del tempo. Cominciai a rappresentare volti anonimi affiancati da stencil o figure che rappresentassero le quattro stagioni. Ispirato dalla vita quotidiana e dai prodotti dell’orto, disegnavo accanto a ritratti, nature morte con gli elementi caratteristici del periodo. Poi esplorai il mondo dei segni zodiacali. Rappresentavo (sempre affianco a ritratti) lo stencil dell’elemento che caratterizza ogni singolo segno.
Poi i volti, astratti nello spazio, cominciarono a diventare corpi. In alcuni quadri dipinsi alcune figure che rappresentavano i mestieri e li inserii in contesti paesaggistici caratteristici del centro storico del mio paese.
Fu in questo periodo che feci la mostra “Immagini del tempo”.
Periodo dall’astratto al paesaggio
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Nel percorso della mia maturazione artistica, si accentua l’amore per il paesaggio classico,alternandolo a una ricerca di pittura paesaggistica “astratta”.
Per quanto riguarda il paesaggio classico, dipingo una serie di scorci del mio paese e dintorni; da qui nasce la 3° mostra intitolata “Belmonte e dintorni”.
Periodo paesaggistico
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In questo periodo si completa quello che nei periodi precedenti cominciavo a sentire in maniera sempre più incalzante, cioè l’amore per la bellezza del paesaggio in generale e in particolare l’andare a riscoprire quegli scorci, magari un po’ trascurati del mio paese, cercando di fare un restyling sia pure artistico, rendendoli più fascinosi e interessanti.